ITINERARI
Il Rifugio Bocchette, posto com'è in un aperto anfiteatro ai piedi del Monte Grappa, si presta ad essere punto di partenza per itinerari a piedi, in mtb e a cavallo. Strade forestali e sentieri CAI permettono di compiere vari circuiti dall'1h fino alle 5h di cammino permettendo di raggiungere anche la cima più alta del Massiccio del Grappa.
Paesaggi aperti con vista fino alle Vette Feltrine, boschi di abete rosso, pascoli e segni della Grande Guerra ci accompagneranno in un viaggio all'interno di storia e natura di questo territorio. |
Segnaletica di riferimento:
Anello Natura del Grappa, Sentiero CAI nr. 10 Durata: 3 h Dislivello: m 227 Difficoltà: facile Per saperne di più:
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Mettete insieme il paesaggio
alpino più vicino alla pianura, una natura selvaggia, una storia legata
all’alpeggio e agli eventi più sanguinosi della Grande Guerra, questa è la
Valle delle Bocchette.
Ci troviamo nella parte più settentrionale del Massiccio del Grappa, in provincia di Belluno, in una delle poche aree sommitali del massiccio del Grappa dove il ghiacciaio Würmiano ha lasciato il suo segno. Questo conferisce all’area un aspetto sinuoso e aperto, reso ancora più piacevole da pascoli ben curati e fitti boschi di abete rosso che anticipano crinali rocciosi, aspri e ricchi di una flora specializzata. La primavera, con lo scioglimento delle nevi, colora i pascoli di fioriture di crocchi, genziane e ranuncoli. I caprioli escono dai boschi per assaggiare i primi germogli, mentre i gheppi ricominciano i loro voli alla ricerca di cavallette, lucertole e piccoli mammiferi. Il punto di partenza ideale per la nostra escursione è il Rifugio Bocchette di Mezzo (1322 m), facilmente raggiungibile da Seren del Grappa o da Bassano del Grappa. Dal parcheggio sterrato sulla sinistra è visibile un’antica “speloncia” adibita alla conservazione dei formaggi, mentre a destra, dietro lo stabile del rifugio sale la forestale del nostro itinerario. Il primo tratto ci permette di osservare la morfologia dell’antico circo glaciale, ancora visibile grazie al carsismo che impedisce alle acque superficiali di modificare il paesaggio. Caratteristico è sulla nostra destra l’argine morenico a forma di dosso allungato sul quale corre la stradina che porta all’ancora attiva Malga Bocchette. Un deciso tornante sinistrorso ci conduce all’interno dell’abieteto con le sue fioriture di acetosella, farfaraccio, doronico austriaco e falsa ortica maggiore. A breve si raggiunge la famosa curva di Ca’ Tasson dove dei tabelloni illustrano gli incredibili eventi che hanno caratterizzato i due ravvicinati capisaldi rocciosi Italiano e Austriaco durante la Grande Guerra. Qui si ricorda Ettore Viola, capitano del VI° Reparto d’Assalto, onorato della medaglia d’oro a valore militare per le azioni vittoriose portate a termine dai suoi arditi nel settembre 1918. La stradina prosegue ancora dolce all’interno del bosco di abeti dove non è difficile udire il tambureggiare del picchio nero e osservare gruppi di cince e codibugnoli volare sopra di noi alla ricerca di semi e piccoli frutti. Un verso comune e facilmente riconoscibile è quello del lui piccolo, il cui richiamo ricorda un continuo “cif-ciaf-cif-cif-cif-ciaf”. Al termine di una breve salita un bell’affioramento roccioso ci permette di osservare le bianche fioriture rupicole della Potentilla caulescens e quelle bluastre della Paederota bonarota. Ci lasciamo sulla sinistra il Cason dei Lebi fiancheggiando pendii sassosi ricchi di arbusti di Rhododendron hirsutum e della rara Dryas octopetala, pianticella strisciante rappresentante della flora artico-alpina giunta con l’ultima glaciazione e che resiste ancora in poche aree anche ai giorni nostri. Sulla rupetta umida del primo tornante destrorso la Piguicola alpina, rara pianta carnivora, digerisce indiscreta piccoli insetti che ignari si appoggiano sulle sue foglie carnosette che si richiudono stimolate dai tentativi di fuga della povera vittima. Ancora un tornante e dovremo lasciare la larga mulattiera che sale alla Croce dei Lebi e da qui attraverso il sentiero CAI nr. 56 fino a Cima Grappa. Noi risaliamo sulla destra un ripido sentierino tra un rado bosco di faggio che ci conduce dapprima ad un profondo inghiottitoio carsico e poi alla conca delle Giarine, dominata dall’Osservatorio sul Grappa, sede, durante la Grande Guerra, del comando austro-ungarico. La falda detritica (da qui il toponimo Giarine) posta in questa nicchia di nivazione è caratterizzata dalla presenza dell’ontano verde, alte fioriture di anice selvatico e dalla presenza dell’Achillea clavenae, specie appartenente alla famiglia delle Compositae e dedicata al botanico bellunese N. Clavena N. (XVII sec.). Attraversato il sentiero sul ghiaione un cartello indica Rif. Bocchette, da qui si può scendere al nostro punto di partenza attraverso un avventuroso fondovalle boscoso. Noi proseguiamo dritti in direzione della sella che va ad incrociare il sentiero CAI nr. 10. Da qui prendiamo la cresta a mughi sulla destra apprezzando il panorama sugli Asoloni e sulla Valle delle Bocchette dove svetta il Monte Prassolan. Dopo 15 min una breve salita ci conduce sulla Cima del Monte Pertica (1549 m) dove la visuale spazia sulle Piccole Dolomiti, Altipiano di Asiago, Lagorai, Pale di San Martino e Vette Feltrine. Il nostro percorso è ora tutto in discesa fino al Rif. Forcelletto giunti al quale scendendo attraverso i verdi pascoli sulla destra ritorniamo facilmente al Rif Bocchette. |